Proposta di un’azione politica forte all’attuale consiglio comunale e ai candidati sindaco di Frosinone

Nel bailamme di tavoli, controtavoli e primarie farlocche,  agitatori di una tempesta pre-elettorale tesa a definire schieramenti e posizionamenti, secondo una logica che da 50 anni caratterizza il cursus delle elezioni amministrative di Frosinone, non è mai emerso uno straccio di proposta politica. Non mi riferisco all’ enunciazioni di ipotetici programmi basati sempre sulle stesse problematiche che, se ricorrono uguali a se stesse, significa che nessuna consiliatura è stata mai capace di risolvere. A dire il vero la visione programmatica è pure passata di moda  succube del giuramento di fedeltà al candidato sindaco sia quel che sia.  Per proposta politica intendo una visione più ampia che travalichi la contrattazione con il potere forte di turno, ma definisca un perimetro generale  nella quale discutere e determinare orientamenti che, decisi a livelli globale, inevitabilmente condizionano pesantemente la dimensione locale. 

Una tale dinamica ricorre nel disegno di legge in materia di concorrenza e mercato  approvato dal Governo. Nel dispositivo si dispone la definitiva privatizzazione dei servizi indispensabili, nella finalità dichiarata di “rimuovere gli ostacoli regolatori, di carattere normativo e amministrativo, all’apertura dei mercati”.  La privatizzazione dei servizi ha provocato e provoca tremendi disagi alla popolazione frusinate, le vicende della tariffa idrica e quella sui rifiuti, determinate in modo abnorme, per la quale sono in corso procedimenti giudiziari, sta a dimostrare come il profitto privato sui beni indispensabili sia  nemico del benessere della collettività. 

Quindi  proprio l’impegno da parte del Comune a chiedere il ritiro del decreto concorrenza può essere una delle proposte politiche sopra ventilate. Perchè è evidente che tale deliberazione riduce il sindaco a commissario liquidatore dei beni dei cittadini, togliendo ogni prerogativa di un’ipotetica   progettualiltà per la città. 

Giova ricordare che ciò in parte già avviene e qualche sindaco si trova bene nei panni del liquidatore, magari trattenendo qualche aggio per se, ma è possibile, mi chiedo, che ogni primo cittadino si acconci a cedere la città alle lobby private? 

 A tale scopo il collettivo politico Rigenerare Frosinone propone ai consiglieri comunali il seguente ordine del giorno da sottoporre al sindaco per impegnarlo ad attivarsi e chiedere il ritiro  del decreto concorrenza , teso a mettere nelle mani dei grandi interessi privati, il benessere dei cittadini. Il consiglio comunale di Frosinone lo presenterà? 

E i futuri candidati sindaci sceglieranno di fare questa lotta politica non accontentandosi di sedersi al tavolo con i grandi speculatori immobiliari per trattare contropartite in cambio dell’alienazione di quel poco di comune che è rimasto nella città? 

continua

 

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