Frosinone tra arresti e appalti in affidamento

c.a. Prefetto di Frosinone

P.c. Alla stampa

Arrestati addetti alla cura del verde urbano del capoluogo, già impelagati nelle magli delle giustizia… Avevano le chiavi dei magazzini del Comune di Frosinone per il quale lavoravano da tempo per la cura del verde…

Questi sono i titoli dei mass-media della settimana scorsa all’indomani di un apparente, fastidiosa, vicenda di spaccio e furto che coinvolge l’ente locale. Ma lo sfondo di questa storia appare più articolato e di non semplice sintesi.

Le coop per la quale lavorano gli arrestati avevano l’appalto del verde pubblico del Comune di Frosinone dall’ottobre 2017 e avevano avuto riconosciuto il proprio incarico in quanto cooperative sociali che tutelano settori svantaggiati, come i detenuti o gli ex detenuti. Ad oggi il servizio è sospeso e i lavoratori, tutti a casa.

Ma chi sono queste cooperative? Dopo l’insediamento, la prima Giunta Ottaviani stringeva accordi (det. 282 del 18/7/12, det.120 20/3/13), con la Casa Circondariale e con cooperative e associazioni (l’Associazione Gruppo Idee, la coop. Essegi 2012, la coop. Agro Romano), per, allora, la gestione di alcuni servizi di cura del verde del comune di Frosinone e fornitura pasti e di attività sportive del carcere e la diocesi locale per attività specifica di reinserimento dei detenuti. La coop è nota alle cronache nazionali perché la presidente è la moglie di Luigi Ciavardini, condannato l’11 aprile 2007 a 30 anni di reclusione per la strage di Bologna del 1980, tornato alla ribalta per le indagini di mafia capitale, per le relazioni che intessevano con l’allora direzione del carcere di Frosinone.

Fino al 2017 questo inserimento avveniva con progetti legati al carcere o alla cura del verde della diocesi. Dal 2016 questa coop gestisce in affidamento per il Comune di Frosinone alcuni servizi, già esternalizzati nelle coop sociali a seguito della disintegrazione della Frosinone Multiservizi:

  • Da giugno 2016 i servizi della manutenzione degli immobili con affidamento diretto (det.1476 del 3/6/16)
  • poi nel luglio 2017 le viene affidato il servizio della viabilità (det 1810 del 14/7/2017)
  • nell’ottobre 2017 “conquista”, con affidamento procedura negoziata (det.2411 del2/10/17), il servizio di cura del verde di Frosinone,.

Il servizio del verde passò nel maggio 2013 con affidamento diretto, molto criticato, alla coop sociale NExus che lo tenne sempre in affidamento e in proroga fino a marzo 2017 (in questo periodo ha gestito più di € 700mila per questo servizio), quando scomparve dai radar a seguito probabilmente delle richieste sempre più pressanti degli ex lavoratori della Frosinone Multiservizi che sarebbero dovuti essere reintegrati proprio da tali società e che chiedevano i risarcimenti dovuti. [Posto di lavoro e risarcimenti ovviamente mai arrivati, tanto che le cause in tribunale continuano: prossimo appuntamento a giugno 2021!]

Nell’aprile 2017 compare nella gestione del verde, sempre in affidamento, la Aton, figliastra della Sol.Co., – coop sociale di livello nazionale, oggi avviata al fallimento, che avrebbe dovuto risarcire di ca un milione di euro i 29 lavoratori vincitori di causa nel 2015, i quali sono riusciti a recuperare ca €.150 mila grazie al blocco di alcuni piccoli appalti. [La coop SOL.CO.  da dicembre 2015 fu colpita da “informazione antimafia interdittiva” emessa dalla Prefettura di Roma per le note vicende di “MafiaCapitale”, ma non da quella di Frosinone].

Insomma, società particolari che tra l’altro non ottemperano ai loro doveri con i lavoratori, che sarebbero dovuti essere tutelati dopo lo smembramento della Frosinone Multiservizi, continuano a gestire servizi per milioni di euro in affidamento diretto e proroghe. La Essegi 2012 è una di quelle che ha gestito, per conto del Comune di Frosinone, dal 2016 ad oggi, più di un € 1.500.000,00 in servizi. [Ma I i salari dei lavoratori viaggiano tra €.300 e 500!]

Ma non finisce qua. Il servizio del verde da giugno 2020 è passato ad altra coop sociale AGM di Latina (det.1429 del 18/6/20), che quindi risulterebbe essere l’ultimo datore di lavoro degli arrestati. Il presidente della AGM, si legge dalle cronache, risulta membro della associazione Gruppo Idee – quella dell’accordo del 2012 con il Comune –  i cui soci sono anche la presidente di Essegi e il marito Luigi Ciavardini. Si legge, ulteriormente, che tutti questi personaggi erano insieme nelle attività sportive del carcere di Frosinone, durante le performance della squadra di rugby de I Bisonti, composta da detenuti dell’alta sicurezza della Casa Circondariale di Frosinone, costituita per un encomiabile scopo di “reintegrazione” attraverso lo sport, finita però ingloriosamente. Attività nei fatti coordinate da Luigi Ciavardini, il quale calca con una certa facilità i luoghi istituzionali della ns città come operatore per i ragazzi come esempio di attivismo sociale (!?!).

Ma perché a Frosinone i servizi vengono svolti da queste particolari società e soprattutto come fanno ad essere sempre loro che usufruiscono di affidamenti diretti e proroghe? Ad oggi nei 10 servizi, negli otto anni che ci separano dalla chiusura della Frosinone Multiservizi che li gestiva, sono più di 300 le determinazioni di affidamenti e proroghe. Solo in pochi casi tali affidamenti hanno visto la partecipazione di altri due o tre concorrenti. La stragrande maggioranza si è risolta in accettazione di lettere di disponibilità che le coop sociali facevano all’ente. Ciò risulta corretto dal punto di vista amministrativo?

Le determine che configurano l’affidamento diretto per un  importo inferiore a 40.000 euro, degli ultimi anni si richiamano a al Codice degli appalti, articolo 36, comma 2, lettera b). Il legislatore, a fronte della impossibilità di utilizzare le procedure ordinarie delle stazioni appaltanti, dà quindi una opportunità mediante affidamento diretto, anche senza previa consultazione di due o più operatori economici. le procedure “facilitate” sono però “facoltative” ed “eccezionali”. La norma aggiunge «il rispetto del principio di rotazione degli inviti e degli affidamenti», in modo da assicurare l’effettiva possibilità di partecipazione di altri soggetti medio-piccoli.

L’ANAC, autorità di vigilanza, ha appunto interpretato restrittivamente le condizioni invitando le amministrazioni ad inserire nei propri piani la seguente direttiva: introdurre, “come criterio tendenziale, modalità di aggiudicazione competitive ad evidenza pubblica ovvero affidamenti mediante cottimo fiduciario, con consultazione di almeno n. 5 operatori economici, anche per procedure di importo inferiore a 40.000 euro”. L’affidamento diretto adeguatamente motivato altro non è, quale minima previsione in termini di legittimità della procedura, che valutazione, selezione comparativa fra più operatori del settore oggetto del contratto. Da questo livello di tutela della concorrenza e, soprattutto di trasparenza, non è possibile scendere!

  • Nel nostro caso perché si utilizzano sempre procedure facoltative ed eccezionali nonostante i servizi appaltati siano oramai stabili dal 2007 e reiterati dal 2013?
  • Perché non vige la norma che impone che l’assegnazione diretta possa essere non reiterata ma svolta a rotazione?
  • Appaiono ragioni sostanziali le premesse delle determine dirigenziali, tali da giustificare l’utilizzo delle forme eccezionali per gli affidamenti?

Queste sarebbero le minime domande da doversi fare in una situazione di gestione di servizi pubblici, sia per la garanzia qualitativa degli stessi, sia per la gestione di milioni di euro, sia per la dimensione lavorativa e salariale dei dipendenti. Quelle invece più articolate sono definite dal Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza 20/22 del Comune di Frosinone adottato il 31/1/20, dove, a parte il fatto che gli alcuni allegati non si riescono a leggere e che gli obblighi di pubblicizzazione non sono sempre rispettati temporalmente, vi dovrebbero essere le Analisi del contesto interno ed esterno al fine della Valutazione e del trattamento del rischio, che dovrebbero scongiurare tante situazioni che purtroppo continuano a verificarsi.

Si chiede:

  • di sollecitare l’immediata sospensione delle attività di tutti i soggetti economici e cooperative le cui analisi di contesto non risultano in linea con il regolamento anticorruzione;
  • di preservare i posti di lavoro e i salari conseguenti;
  • di spingere l’ente locale a ripristinare le condizioni previste dalla vittoria delle cause di lavoro dei 10 lavoratori ex-multiservizi che ancora sono esclusi, proprio quelli tra l’altro del servizio del verde, che vedono prima la società Essegi 2012, e oggi la coop AGM, non ottemperare al dispositivo della sentenza.
Precedente Chi paga il teatro tra le porte? Successivo - Biodigestori a Frosinone❓ NO GRAZIE❗