Fagocitati dalla panzane del consigliere “Contoterzi”

FAGOCITATI DALLE  PANZANE DI “CONTOTERZI”

Mentre Marzi fresco di nomina di cavaliere in difesa della città, inciampa nei precari, nei disoccupati, nei poveri, – e per lunghi cinque anni i suoi attuali sostenitori hanno dormito sonni profondi su queste vicende -, il fidato consigliere Danilo Magliocchetti si erge a difesa dell’amministrazione uscente con panzane numeriche e considerazioni da campagna elettorale.

I debiti che l’amministrazione uscente trovò nel 2012 e per cui ha seguito un “piano di riequilibrio economico finanziario” ammontano a 14 e non a 50. Questi 14 milioni dovranno essere ripianati prima della fine di quest’anno, sempre che la Corte dei Conti riconosca fattibile il percorso. L’ultima nota della Corte dei Conti che si conosca (deliberazione n. 7/2020/PRSP della sezione regionale per il Lazio della Corte dei Conti), certifica che l’entità debitoria dell’ente nel 2018 è rimasta immutata rispetto al 2013. Una pianificazione rigettata dalla Corte stessa che reputa inadeguato il piano per un ripianamento che non deve contemplare esclusivamente i soliti tagli alla spesa sociale ma ricostruire puntualmente le dinamiche debitorie e porvi rimedio attraverso una nuova e corretta riqualificazione del debito.

Gli altri milioni di debiti son venuti fuori durante l’attuale amminisrazione, improvvisamente, nel riordino delle casse comunali, le stesse già riordinate nel 2013: 27 milioni di euro emerso dal bilancio consuntivo relativo all’anno 2014, con l’accertamento di crediti, tecnicamente “residui attivi”, inesigibili. Per ottenere l’inserimento in questa particolare processo, il sindaco sostenne di aver provveduto alla determinazione dei residui attivi e passivi e alla determinazione degli importi che sarebbero stati riscossi. Come è possibile che dopo solo due anni dall’avvenuto accertamento si  sia determinato un fondo crediti di dubbia esigibilità cosi elevato? Misteri della magia del decennio del caudillo-incollatore che di prodigi ne ha fatti proprio tanti. La Corte Costituzionale (sentenza n. 18 del 2019), e qualcun altro prima di essa, però, ha ricostruito le motivazioni, non proprio etiche, che hanno contraddistinto tanti enti locali che “improvvisamente” scovavano altri disavanzi nel bilancio (per un articolo caldo caldo leggere qui).

Comunque i debiti li stanno pagando i cittadini e non certo i politici che invece hanno firmato le cambiali fino al 2045 per ca 1 milione all’anno! Altro che ripianamento!

Il  consigliere “Contoterzi”, afferma che la Multiservizi avrebbe “svuotato le casse comunali”. I 150 lavoratori che dipendevano dalla Multiservizi sui servizi di Frosinone hanno lavorato GRATIS per l’ente per un lungo decennio prima della stabilizzazione nella società pubblica, contribuendo al benessere cittadino e facendo risparmiare alla città oltre 8 milioni di euro in servizi. Quando le amministrazioni, tra cui Frosinone, hanno messo mano al portafoglio lo hanno fatto per 5 anni successivi al 2007 fino al 2012. Il Comune avrebbe dovuto contribuire per €.3,2 milioni all’anno. Né sborsò invece 2 milioni l’anno anche grazie a contributo statali e regionali. Alla fine dei conti la stabilizzazione dei lavoratori costò all’ente meno di due milioni di euro all’anno per 5 anni per 150 lavoratori a 30 ore.

La panzanata che “in dieci anni è costata alla collettività oltre 30 milioni di euro” la lasciamo alla volgare e sprezzante ricostruzione di chi non ha e non vuole avere nemmeno il rispetto delle pesanti ripercussioni per centinaia di famiglie. Anzi nel lungo periodo, 1997-2012, all’ente, i 10 servizi, praticamente non costarono niente, tra risparmi precedenti e impegni economici successivi. I servizi sono cimitero, viabilità, verde pubblico, manutenzione, ausiliari del traffico, assistenti scuolabus, addetti agli asilo nido, segnaletica, servizi culturali, servizio impianti sportivi.

Ecco, se lavorare per i servizi, per la prima volta attraverso un percorso organico e senza singoli appalti spesso eterodiretti, privilegiando i lavoratori a dubbie coop, significa svuotare le casse allora la concezione di amministrare un comune è propria lontana.

Qual è la realtà oggi?

L’attuale amministrazione, oramai 10 anni fa, scelse lo spacchettamento dei servizi per affidare a cooperative sociali di tipo B, per le quali  si utilizzava una deroga alle regole ordinarie dettate dal Codice degli appalti. Una forzatura senza alcuna legittima giustificazione.

Ecco appunto la deroga: gli affidamenti che dovevano durare alcuni mesi durarono anni. Solo due gli appalti. Gli altri 8 servizi sono stati gestiti per oltre 300 determinazioni tra affidamento, avvisi, cambio di denominazione, convenzione, manifestazione di interesse, proroga, cessione di ramo d’azienda…  Nel contempo il budget per i servizi calava all’attuale €.1 milione e 250 mila euro. E’ notorio ciò che è stato sacrificato per l’acquisto della Banca d’Italia: appena fu fatto l’accordo per il rent to buy di 150.000 euro annue è simultanemaente scomparso il servizio per gli impianti sportivi di pari impegno economico e con esso con otto lavoratori che dopo 23 anni sono stati mandati a casa. Così il dimezzamento dei servizi della cultura nel 2019, per poter far fronte al debito e dopo le minacce di default della Corte dei Conti …..

Nel tempo si è scoperto che alcune delle coop a cui furono affidati i servizi erano invischiate nella vicenda di mafia-capitale e che a Roma erano interdette per mafia, ma a Frosinone operavano sempre senza problemi. Non solo. Uno dei personaggi presenti in una di queste coop è il più noto terrorista italiano (quello che ha messo la bomba a Bologna) che a Frosinone ha fatto con il beneplacito dell’ente incontri di formazione culturale e sportiva per bambini e ragazzi!

E mentre il budget di spesa calava e i salari scendevano paurosamente fino a 1/10 di quello che si percepiva nella Multiservizi, alle dubbie coop, ad oggi, è stato permesso di gestire €.17 milioni!

Per ulteriore precisazione oltre 60 lavoratori, tutti, hanno vinto la causa di lavoro contro le coop che li avevano esclusi in partenza. E nonostante i giudici avessero intimato il reintegro le coop si opposero – forse su suggerimento di qualcuno in alto….? Le coop riassorbirono i lavoratori vincenti dopo una seconda causa sulla “continuità dell’appalto”, vero timore dell’amministrazione che non voleva che alcuno ficcasse necessariamente il naso nelle tante “leggerezze” tra affidamenti e proroghe a soggetti apparentemente diversi. Ricordiamo a mo’ di cronaca che il Comune stesso fu condannato a pagare decine di migliaia di euro per aver “dimenticato” che la coop Solco lavorava per loro!

Insomma una vicenda su cui non cala il sipario, forse proprio perché l’Amministrazione sa di averla fatta proprio sporca contro la città e centinaia di lavoratori.

Dunque: 500 posti di lavoro stabili persi solo intorno alla pubblica amministrazione; servizi spacchettati oramai allo sbando; mafiacapitale a Frosinone: terroristi promossi educatori; salari da fame; tutti i giudizi in tribunale soccombenti; debito e acquisto sedi comunali soprattutto sulle spalle dei lavoratori….

Sia chiaro che questa deriva non è terminata e, se questa amministrazione dovesse essere confermata, la situazione peggiorerà ancora.

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